Gli alimenti e l'acqua costituiscono la principale fonte di iodio per uomini ed animali.
Purtroppo in molti paesi del mondo tra cui l'Italia lo iodio è presente nel suolo, nelle acque e quindi negli alimenti in quantità esigue.
La ragione dipende dipende dalla distribuzione non uniforme dello iodio ( sotto forma di ioduro) nell'ambiente terrestre.


Il mare ne è ricco mentre a seguito di eventi climatici verificatesi nel tempo la sua quantità nel suolo è scarsa in vaste aree non solo montane o alluvionali ma anche costiere.
Il maggior apporto apporto di iodio alimentare si ricava principalmente da pesce di mare, crostacei e uova ed in minore quantità nel latte, cereali, vegetali e frutta.
Inoltre nell'ambiente sono presenti sostanze chimiche in grado di interferire con l'assorbimento dello iodio.
Sono i così detti >interferenti endocrini> che agiscono inibendo in modo competitivo la captazione dello iodio nelle cellule tiroidee umane. Le più note tra queste sono il perclorato e il tiocianato.
Il perclorato è presente in elevate concentrazione nei fertilizzanti, negli esplosivi e negli airbag delle automobili. E' stato riscontrato nelle acque potabili e nel latte materno oltre che nel sangue ombelicale, nel liquido amniotico e nelle urine dei neonati.
Il tiocianato è presente soprattutto nel fumo di sigaretta e nelle brassicacee (cavolo e broccolo).
L'esposizioni alimentare cronica a dosi elevate di perclorato rappresenta una potenziale fonte di preoccupazione in particolare in soggetti più giovani e soprattutto nelle aree geografiche a carenza iodica. L'apporto iodico è sicuramente l'approccio più diretto per ridurre gli elevati rischi derivanti dall'esposizione a perclorato e tiocianato e proteggere soprattutto i bambini e le donne in età riproduttiva.

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